Perché praticare yoga

Perché praticare yoga?

Come la maggior parte di noi anch’io mi sono avvicinata alla pratica puramente per uno scopo fisico. Mi ricordava la danza, il movimento del corpo, fluido, l’entrare e l’uscire dalle posizioni.
La performance che diventava sempre più stimolante di volta in volta.

Ma ahimè posso dirvi che prima di diventare il mio percorso di vita ce n’è voluto di tempo.

Ed ad oggi sto pagando anni di pratica fatta in maniera inconsapevole.

Il momento in cui mi sono messa ad insegnare yoga è stato quando ho deciso di informare che qualcosa di meraviglioso poteva accadere attraverso la pratica.

C’è chi ama l’attività sportiva frenetica, quella fatta di sforzo fisico ad alta intensità, e chi invece predilige le discipline più blande che sviluppano la resistenza e si basano sulla concentrazione. Per tutti, nel praticare sport, si unisce l’attività motoria vera e propria, a un lavoro mentale fatto di motivazione, individuazione e controllo degli obiettivi da raggiungere e soprattutto coscienza del proprio corpo. Se siete anche solo curiosi di quello che la mente in stretta unione con il corpo può fare, sicuramente avrete preso in considerazione di praticare yoga per riscontrare benefici sul corpo e sulla mente. Ci si avvicina allo yoga, come lo si fa con molti altri sport, con lo scopo di tonificare il corpo, allungare i muscoli, diminuire la rigidità articolare e conseguentemente migliorare lo stato dell’intero organismo, ma anche perché la meditazione è in grado di alleggerire stress e tensione.
Ma capiamo meglio di cosa si tratta.

La pratica è la chiave per entrare nello yoga.
Yoga significa unione, tra l’anima individuale con lo Spirito Universale, ma questo è un concetto troppo astratto per poter essere compreso da tutti.
Diciamo che il nostro corpo è pigro, e la pratica va a valorizzarlo, portandolo sotto sforzo costante per raggiungere la mente vibrante. La mente è costretta così a stare nel corpo. Questo stare fa si che si sviluppino delle tensioni fisiche che non sono altro che l’aggancio a qualcosa di più grande.

La vera pratica è lenta, dove stiamo nell’asana per tanti respiri, in modo da andare a lavorare attraverso il respiro tutta quella muscolatura che fa parte del nostro bagaglio psico-emotivo.

Lo yoga è una dottrina fisiologica-psicologica e psico-spirituale.
E’ una scienza che libera la mente della schiavitù del corpo e la conduce verso l’anima.

Gli yoga Sutra di Patanjali dicono che lo yoga è “chitta-dritti-nirodha”: che acquieta le fluttuazioni della mente.

La mente può vagare in direzioni diverse in una frazione di secondo, i suoi movimenti sono rapidi e veloci.
Il respiro invece non può andare contemporaneamente in varie direzioni.
Ha un’unica via: inspirazione ed espirazione.

Controllando il respiro si controlla la coscienza.
Malgrado nell’Occidente sia spesso ritenuto una pratica fisica semplice; lo yoga invece è anche una dottrina e quando la mente arriva a fondersi con l’anima, l’anima diventa libera e rimane in pace e beatitudine. Yoga è quello dove si pratica, dove ci sono le posizioni, dove ci sono tecniche di respiro e dove c’è una centratura.

Il corpo non può essere separato dalla mente, né la mente può essere separata dall’anima.

Nessuno ne può stabilire i confini.

Perché praticare Yoga

In India, l ‘asana’ non è stato mai considerato una pratica esclusivamente fisica come lo è in Occidente.
Quando cominciamo a esercitarci per eseguire un asana, si sfiora appena la superficie della postura: il nostro lavoro è periferico, e quest’azione viene definita volitiva. La parola volitivo significa uno sforzo un impulso, e volitivo è l’atteggiamento della mente, compreso il desiderio e la volontà. L’atto volitivo è semplicemente azione fisica al suo livello più diretto.

Quando nell’azione si arriva ad una sensazione di unità totale senza ondeggiamenti nella tensione, allora l’atto volitivo, quello conoscitivo, quello mentale (dove la mente dagli organi della percezione spinta verso gli organi dell’azione)e quello riflessivo (dove la mente discriminante osserva e analizza le sensazioni della parte anteriore, della posteriore, di quella interna e di quella esterna del corpo) si incontrano tutti a formare un’unica consapevolezza dell’io profondo dalla pelle alla pelle all’io.

Questa, nello yoga, è la pratica spirituale.

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